«Tra qualche decennio le generazioni future guarderanno alle nostre scarpe con lo stesso stupore con cui guardiamo oggi a quelle che indossavano in passato le donne cinesi», spiega Jader Tolja, medico psicoterapeuta specializzato in Somatica. «In entrambi i casi i piedi hanno parti ritratte, atrofizzate». Una atrofizzazione vissuta da tutti come necessaria, un prezzo da pagare alla modernità e all’immagine. «I tacchi alti sono considerati oggetti che danno forza perché innalzano e, secondo un immaginario molto ingenuo, l’alto corrisponde al forte», continua Jader Tolja. «In natura vale esattamente il contrario: più sei vicino alla terra, più sei stabile e forte. Ma, nella nostra cultura, la vera forza viene scambiata con l’immagine della forza. L’immagine ti vuole su, in avanti, proiettato fuori. Come un supereroe, stretto in basso ed espanso in alto, perché in una società sempre più sedotta dall’immagine la forza si deve anzitutto vedere. Così, per tirarsi (letteralmente) su, si mettono scarpe con il tacco alto. Nutrendo l’illusione di rafforzarsi quando, in realtà, ci si indebolisce».
Di un tipo di scarpa che simula il più possibile il camminare "a piede nudo" abbiamo già parlato. Per l’asfalto e in generale per i terreni duri e piatti c’è un altro tipo di scarpa che si chiam Masai Barefoot Technology. Le Mbt (sono appena state introdotte in Italia, http://www.mbtitalia.com) sembrano tradizionali sneakers. La differenza si nota solo quando si indossano. La loro suola non sostiene il piede, non lo stabilizza. Al contrario, è come camminare su una sfera morbida, completamente sbilanciati.
«È proprio per questo che i nostri piedi ricominciano a lavorare proprio come succede sui terreni irregolari», spiega Herbert Kristler, responsabile di Mbt Italia. «Il piede deve continuamente aggiustarsi per trovare la stabilità». Così i muscoli profondi della gamba, difficili da allenare e che facilmente perdono di tono, si riattivano. È un nuovo tipo di ricerca che coinvolge anche i marchi mainstream. Il primo è stato quello Nike, che ha appena presentato una scarpa ad alta flessibilità, progettata per riprodurre il più da vicino le condizioni in cui si trova un piede scalzo. “I tuoi piedi sono lo strumento di training più potente, sanno sempre cosa sta succedendo, ritorna a usarli”, recita lo slogan di presentazione sul sito Web della Nike Free 5.0 (http://www.nike.com/nikefree). Tutto è partito dalla ricerca ortopedica e biomeccanica della Nsrl (Nike Sport Research Lab), che ha registrato con macchine fotografiche ad alta velocità la corsa di dieci uomini e dieci donne a piedi nudi, su un prato. Così si è visto che il piede poggia prima sul tallone, poi la pressione passa sul lato esterno della pianta e infine sulle dita che si allargano per far presa sul terreno, prima dello slancio finale. I vantaggi sono evidenti: allenarsi a piedi nudi, o con scarpe che ne riproducono le condizioni, riduce gli infortuni, rinforza e migliora le prestazioni atletiche.
Fonti: http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=21&t=4313
http://dweb.repubblica.it/dweb/2005/02/19/attualita/attualita/210tac438210.html
http://dweb.repubblica.it/dweb/2005/02/19/attualita/attualita/210tac438210.html
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